21/08/2025

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Educazione sessuale e affettiva: conoscere per scegliere, rispettare, proteggersi

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Parlare di sesso non è volgare. Ignorarlo, sì.

L’educazione sessuale e affettiva non è solo una questione di prevenzione, ma di libertà, consapevolezza e rispetto. Conoscere il proprio corpo, comprendere le emozioni, riconoscere i segnali del consenso, prevenire malattie e gravidanze indesiderate: tutto questo è educazione sessuale. E serve a tutti.

1. Il corpo: conoscerlo per rispettarlo

Molti ragazzi e ragazze crescono con imbarazzo, vergogna o disinformazione sul proprio corpo. L’educazione sessuale parte da qui: capire come funziona l’anatomia (maschile, femminile e intersessuale), conoscere il ciclo mestruale, l’eiaculazione, la masturbazione, il desiderio.

Non per incentivare, ma per informare, evitando che la prima fonte di “educazione” sia un video porno.

2. Sessualità non è solo atto fisico: è relazione

La sessualità è strettamente legata all’affettività. Significa anche capire cosa si prova, cosa si desidera, cosa si teme. Educazione sessuale vuol dire parlare di identità di genere, orientamento sessuale, emozioni, limiti e comunicazione.

Significa insegnare che ogni corpo è diverso, ogni relazione è unica, e che non esiste una sola “normalità”.

3. Consenso: senza “sì”, è no

Uno dei pilastri dell’educazione sessuale è il consenso.

Il consenso deve essere:

  • libero (senza pressioni),
  • esplicito (non dato per scontato),
  • reversibile (può essere ritirato in qualunque momento),
  • informato (entrambe le persone devono sapere cosa stanno facendo).
    Insegnare il consenso vuol dire prevenire la violenza e gli abusi.

4. Prevenzione: proteggersi è rispettarsi

Parlare di educazione sessuale significa anche insegnare come prevenire le infezioni sessualmente trasmissibili (IST) e le gravidanze non desiderate.

Preservativi, pillole, spirali, test per HIV e papillomavirus: tutto questo deve essere spiegato con linguaggio scientifico e senza tabù.

La vergogna è il primo nemico della salute.

5. Educazione sessuale a scuola: una necessità, non un’opinione

In molti paesi europei (come Svezia, Olanda, Germania), l’educazione sessuale è obbligatoria già dalle scuole primarie, in modo graduale e adeguato all’età.

In Italia, non è ancora prevista in modo sistematico. Eppure, studi dimostrano che un’educazione sessuale ben fatta:

  • riduce i casi di abuso
  • diminuisce le gravidanze precoci
  • aumenta la capacità di dire no e riconoscere situazioni a rischio

In sintesi:

L’educazione sessuale e affettiva non serve a “spingere” i giovani a fare sesso. Serve a farli crescere liberi, consapevoli e rispettosi.

È uno strumento di prevenzione, ma anche di emancipazione.

E se fatta bene, può cambiare il futuro di intere generazioni.

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